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Nel passato...

Da Giovanni ZIZZI
CAPE D'CCHIUMME...
Si giocava con le pietre a " Ci tene la cape d'cchiùmme!", dove si lanciava un sasso in aria esclamando: 
..a ci tene la cape d'cchiumme! ed il primo che si muoveva pagava pegno!
 
Da Gianni MAROTTA 
LE CINQUE PIETRE
DOVE SE NE LANCIAVA UNA IN ARIA E PRIMA RI RIPRENDERLA A VOLO, BISOGNAVA ANCHE FAR PASSARE LA ALTRE QUATTRO SOTTO UN PONTICELLO FATTO CON LE DITA DELL'ALTRA MANO; PRIMA UNA PER VOLTA, POI A DUE E DUE E COSI' DI SEGUITO. 
QUESTO GIOCO NORMALMENTE LO SI FACEVA STANDO SEDUTI A CAVALCIONI SULLE PANCHINE DEL GIARDINO GARIBALDI O DI PIAZZA RISORGIMENTO....
 
Da Domenico PALMIERI
IùNE MONDE LA LUNE...



Era come il gioco della cavallina, ogni turno era numerato, uno "stava sotto" piegato e gli altri saltavano: 
1-u' monde e la lune; 
2- mondi blu; 
3 - la zita mè; 
4 - batt' mane a vole; 
5 - le chettùgne; 
6 - la padoletta a vole (americana); 
7 - l'incrocio a tre passe d'u re; 
8 - fagotte; 
9 - spemute di aranc' e lemòne; 
10 - paste e ccigere...
...e poi non ricordo più. almeno io ci giocavo così, ma penso che ci siano diverse versioni...
 
Oscar Brazzo 
QUESTA è LA VERSIONE CARNARESE:
1- MOND LA LUN
2- U MUNN JE BLU
3-  LA FIGGHJE DU RE
4-  L BATTMAN
5-  L CTUGN
6-  LA PADOLETT (CON CALCIO NEL CULO DURANTE IL SALTO)
7- L'INGROSC (SI CADEVA CON LE GAMBE INCROCIATE)
8- FANGOTT LA BAND D MEST LUIG U GRESS (CAMMINANDO CON LE GAMBE ANCORA INCROCIATE)
9- MARANG E LMON
10- PAST E CIGR
11- L CHICHIN (COL SOLLETICHINO)
12- U GGIR DU MUNN A NA GAMB (SI ATTERRAVA SU UN PIEDE)
13- U MANDELLIN (SALTO CON LO SCHIAFFO SUL CULO)
14- MO TU ALLASG (SI LASCIAVA UN OGGETTO SULLA SCHIENA)
15- MO MU PIGGHJG (SI RIPRENDEVA L'OGGETTO)
16-U CULE (SI DAVA UNA BOTTA DI CULO SULLA SCHIENA)
17-  LA DISGRAZJE (SI SPUTAVA)
18- LA LETTERIN (SI MIMAVA DI SCRIVERE UNA LETTERA A MACCHINA)
19- U CANNON.
 20- ??
Da Gianni MAROTTA
La quagghie
Dopo un sorteggio con le dita (pe mme, pe mme pe mme iune, duue e tre), si stabiliva chi doveva andare "sotto" e cioè doveva stare piegato mentre gli altri lo scavalcavano, chiamati ognuno dal precedente saltatore. Finita la prima serie di salti, la quagghie veniva fatta allontanare dal punto di battuta e si ricominciava sempre aumentando la distamza. Quando uno dei saltatori non riusciva a superare nè la distanza nè la quagghie (generalmente "scaffuavene" insieme al suolo) questi prendeva il posto del "sotto" e si ricominciava.
 
SGUÌNGE

Bisognava essere almeno in sei. infatti si dovevano formare due squadre di non meno di tre elementi. "Cu tecche" si decideva chi andava sotto e chi sopra. La squadra che andava sotto collocava un elemento poggiato di spalle al muro ( U' chescine) e gli altri due gli si ponevano davanti chinati e agganciati, con la testa del primo poggiata ala pancia del cuscino. La squadra che andava sopra, uno per volta, ma contemporaneamente, doveva saltare e montare su quella specie di lungo cavallo, reggendosi alla meglio e cercando di resistere il più possibiie. e qui cominciava la resistenza e si decideva la sorte del gioco. Se uno dei giocatori di sopra, perdeva l'equilibrio e metteva un piede a terra, si ricominciava invertendo i ruoli; se invece uno della squadra di sotto "sconocchiava" sotto il peso degli avversari crollando al suolo, il gioco si ripeteve con gli stessi ruoli. Accadeva però di frequente che qualche altro ragazzo escluso dal gioco o di un gruppo "nemico", per dispetto si lanciava sul gruppo intento a resistere e faceva crollare tutti per terra ponendo fine al gioco.
 
 
 

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